Speciale: #OFFTOPIC – Werner e il folle

Titolo italiano: Werner e il folle
Titolo originale: Werner – Beinhart!

Codice: PSC2901
Durata: 90 minuti
Edizione: 2004
Distribuzione: Cecchi Gori Home Video
Tipologia: Vendita
Box: Nero piccolo in plastica rigida
Contenuto: La vhs contiene il primo film dedicato al personaggio tedesco Werner, intitolato Werner – Beinhart!, prodotto in Germania nel 1990 e mai distribuito nei cinema italiani.

Scheda: Ci sono pellicole di animazione che all’estero hanno letteralmente sbancato il botteghino, diventando piccoli cult ed entrando nell’immaginario comune del paese di origine, pur non riuscendo mai ad ottenere la dovuta esportazione nel resto del globo. Uno di questi casi vede come protagonista Werner, personaggio dei fumetti tedeschi ancora oggi molto noto in patria, creato dalla matita di Brösel – vero nome Rötger Feldmann – e divenuto più che celebre dagli anni ’80 in poi, tanto da compiere ben presto il passaggio dalla cellulosa alla pellicola cinematografica. Il trasferimento avviene nel novembre del 1990, quando il lungometraggio intitolato Werner – Beinhart! prodotto dalla Neue Constantin Film (tra le sue innumerevoli produzioni e coproduzioni figura anche il cult La storia infinita) arriva nei cinema tedeschi, piazzandosi al terzo posto nella classifica dei maggiori successi cinematografici di quell’anno in Germania, con un incasso totale di quasi 20 milioni di euro attuali. Da lì vengono prodotti svariati altri film ambientati nel mondo di questo rozzo motociclista, tra i quali uno, Mangia la mia polvere, giunge addirittura sul grande schermo italiano nel 1997 (se ci seguite, sapete che gli abbiamo dedicato un’altra corposa scheda). Vediamo quindi come se la cava la versione animata di Werner nel Belpaese.

Se il secondo film della “saga” ha visto la luce nei nostri cinema, non si può dire che il primo abbia avuto la stessa fortuna. Pur non escludendo che il lungometraggio possa essere apparso su qualche rete locale nostrana durante gli anni ’90 ma non avendo attualmente riscontri in tal senso, possiamo affermare che Beinhart! sia stato doppiato per la prima volta nella nostra lingua solo nei primi anni 2000, ben dopo l’uscita del secondo (1996) e addirittura del terzo film (1999) di Werner in Germania.
Il doppiaggio è stato con tutta probabilità realizzato appositamente per la distribuzione in videocassetta da parte della Cecchi Gori Home Video che, dopo aver analizzato i risultati della pellicola al botteghino nel 1990 ha deciso – seppur con molto ritardo – di credere nell’apprendista idraulico tedesco, tanto da realizzare in contemporanea anche una vhs con il terzo film della serie, A tutto gas!!!, di cui parleremo in futuro. Il titolo adottato per l’edizione italiana è Werner e il folle, nonostante sul web ci si imbatta molto spesso in una variante decisamente più sensata, Werner il folle (quel “folle” secondo noi è proprio il protagonista…chi altri sennò?), che potrebbe farci pensare ad un titolo effettivamente diverso utilizzato per un’altra eventuale destinazione o – più probabilmente – ad un mero errore di trascrittura; il termine Beinhart sarebbe invece da tradurre in “durissimo” oppure “duro come un osso”.
Sul fronte della fascetta della vhs, in catalogo dall’inizio del 2004, campeggia l’illustrazione proveniente dal manifesto cinematografico d’epoca mentre sull’arancio retro, oltre a snocciolare un paio di dati e caratteristiche del personaggio di Werner, la didascalia non ci racconta alcunché della trama del film, segnalato peraltro come prodotto nel 2000…

Ricordate quanto avevamo scritto nelle prime righe della scheda dedicata a Mangia la mia polvere? Ci auto-citiamo testualmente: “Il mondo di Werner è rozzo, volgare, scorretto, sboccato e pieno di riferimenti sessuali altamente espliciti. Siamo nell’area #OFFTOPIC, non nell’universo dell’amato Zio Walt, perciò vi chiediamo di fermarvi qui se siete sensibili…non vorremmo mai che vi sentiste offesi.” Rinnoviamo perciò l’invito a interrompere la lettura della scheda, se queste premesse non vi dovessero andare a genio. Anche perché Werner e il folle è forse ancor più volgare del suo successore, almeno nel comparto visivo.
Non abbiamo ancora minimamente menzionato uno degli aspetti più importanti del film: la scrittura mista. Avete capito bene, le vicende animate dello svogliato apprendista sono intervallate da sequenze in live action, che sono molto più che una mera cornice agli episodi, ma vanno a crerare la vera e propria trama del lungometraggio. E, ciliegina sulla torta, il protagonista di questi spezzoni ad azione vivente è proprio Brösel, il creatore di Werner.

Dopo il messaggio antipirateria e il bumper della CG Home Video, il lungometraggio si apre con una sorta di breve prologo in live action accompagnato da un narratore fuori campo: assistiamo alla disavventura di un prete, la cui automobile rimane in panne in mezzo alla campagna tedesca; nel tentativo di cercare aiuto l’ecclesiastico si imbatte in una curiosa strega di nome Rumpelstizchen intenta a lanciare un anatema con tanto di immancabile calderone fumante. Un fulmine interrompe bruscamente il prologo per lasciare spazio alla sigla realizzata dai Torfrock, Beinhart, che frutterà alla band il primo posto dei singoli più venduti in Germania nel 1991 (il frontman Klaus Büchner è anche la voce di Werner nel doppiaggio originale). Eccoci quindi al primo segmento animato dove il nostro Werner, appollaiato dalla finestra di casa, crea scompiglio in un mercato mattutino lanciando un pallone da calcio in mezzo ai mercanti e improvvisandosi telecronista di un’improbabile match che si conclude in maniera…esplosiva. Scopriamo subito dopo che la vicenda è in realtà un cortometraggio proiettato sullo schermo della sala reale del regno degli Avvoltoi Morenti (nomen omen), dove tutti i sudditi dimostrano di apprezzare lo sketch tranne il tenebroso Re Grugnone, affetto da una “rarissima atrofia del muscolo dell’allegria”, che non gli permettere di ridere da anni. Il preoccupato cancelliere allora accoglie in pompa magna colui che a suo avviso risolverà i problemi del sovrano: si tratta proprio di Brösel, al quale il re concede solo tre giorni per produrre qualcosa che lo faccia sbellicare, altrimenti verrà consegnato alle cure del boia di corte. Il povero Brösel, incarcerato e privo di inventiva, viene raggiunto dalla strega apparsa nel prologo, che gli consiglia di disegnare ispirandosi alle proprie vicende personali – le avventure di Werner su carta stampata sono infatti in parte autobiografiche – donandogli una matitona magica che lo salverà dai guai, a patto che l’autore, una volta libero, prometta di esaudire un desiderio della benefattrice (scopriremo di cosa si tratta solo nel finale). L’artista accetta e dalla matita nascono i bozzetti per un nuovo corto animato, che vede Werner nel suo ambiente di lavoro alle prese con un lavandino che perde e un’ostinata portinaia in fissa con le pulizie. Purtroppo nemmeno questo episodio soddisfa il sovrano e la sorte del nostro eroe sembra segnata, ma un attimo prima dell’esecuzione l’autore si risveglia nel suo appartamento, rivelandoci che si trattava solo di un incubo. Da questo momento le sezioni in live action riguardano la vita reale di Brösel, minacciato dal suo perfido editore Geld Geldhai e dallo scagnozzo Schulz e costretto a lavorare in continuazione per produrre il materiale che andrà a comporre il primo film con protagonista Werner, come stabilito da un contratto dal quale l’artista non è nella condizione di recedere. Si passa quindi svariate volte da un episodio animato ad uno spezzone di vita dell’autore fino alla prima cinematografica del film, che sarà prodotto in tempo nonostante le disavventure del protagonista. [ATTENZIONE: PARZIALE SPOILER] Ma proprio quando il finale sembra scritto, Rumpelstizchen ricompare di fronte a Brösel nei bagni del cinema, forte del suo accordo e pronta a riscuotere la sua misteriosa ricompensa…

In totale gli episodi animati che scorrono durante il film sono sei (più la sigla), combinati ad altri sette “tempi” in azione vivente, prima ambientati in sogno e poi nel corso della vita reale.
Detto del primo episodio ambientato durante il mercato, i tre seguenti mostrano dei leitmotiv dei fumetti di Brösel, ovvero il poco appagante ambiente lavorativo e i continui dissidi con gli ispettori del TÜV, ente di omologazione con il quale il nostro e i suoi compari si scontrano a causa delle modifiche apportate alle loro moto. In questi episodi facciamo la conoscenza di alcuni personaggi ricorrenti, che appariranno anche nei seguenti film: il capo di Werner Röhrich, titolare di una sgangherata ditta di idraulica, borioso e pieno di sé ma buono solo a dare ordini; Eckat, lo svogliato responsabile (non dimentichiamoci che Werner è solo un apprendista idraulico) poco interessato a lavorare e decisamente di più a tracannare birra; il fratello Andi, qui con un ruolo marginale e graficamente caratterizzato in maniera diversa da quanto vedremo nei due film successivi; gli ottusi poliziotti Bruno ed Helmut e infine la banda di scatenati motociclisti, tra i quali spiccano l’amico Herbert e il violento leader Präsi, diminutivo di “Präsident”.
Tutti gli episodi animati sono ispirati a sketch impressi nei volumi a fumetti di Werner pubblicati in Germania durante gli anni ’80.

Se l’adattamento e il doppiaggio italiano di Mangia la mia polvere ci avevano fatto applaudire il lavoro di Luigi Calabrò, Claudia Razzi e compagnia, qua purtroppo a nostro avviso il confronto è impari, soprattutto vista la diversa destinazione dei due prodotti (grande schermo per il secondo film, solo home video per il primo) e quindi le ipotetiche differenze di budget. Con questo non vogliamo assolutamente dire che la Award Art Communication abbia fatto un pessimo lavoro, ma sia la scelta delle voci che le trovate tutte italiane nei dialoghi ci fanno preferire la pellicola uscita nel ’97. A onor del vero, va riconosciuto che se nel film appena nominato i nomi originali dei personaggi erano stati quasi tutti alterati e “inglesizzati”, talvolta anche inspiegabilmente (il poliziotto Helmut ribattezzato Quincy, ecc.), in quest’adattamento quasi nessun nome viene modificato ad eccezione di Re Grugnone, in originale Griesgram dem Groben (letteralmente “il grezzo”), e del principale Röhrich che diventa Tubich (da non confondere con “Cuuuubish!”, cit.), richiamando probabilmente quei tubi idraulici che la sua ditta tenta inutilmente di aggiustare. Un altro aspetto che differenzia le edizioni dei due film è la totale assenza di parolacce dai dialoghi italiani de Il folle, forse una scelta commissionata dal distributore anche se difficile da comprendere da parte nostra. Ci sembra poco probabile che si sia voluto cassarle per rendere il prodotto accessibile anche ad un pubblico di bambini, visto che allora si sarebbe dovuto sforbiciare massicciamente anche il comparto visivo, il quale fortunatamente non sembra presentare tagli rilevanti. Ricordiamo in particolare la scena dello stasamento del water (intasato a causa di un oggetto…curioso) nel secondo corto o il lussurioso sogno del ricoverato Werner, ciclicamente interrotto dai fastidiosi interventi delle infermiere, nel quinto.

Purtroppo anche gli equivoci e i giochi di parole germanici subiscono un comprensibile svuotamento, ma mentre in Mangia la mia polvere questi erano sostituiti da espressioni verbali e artifizi propri della lingua italiana, qui purtroppo non accade lo stesso. Prendiamo ad esempio in prestito l’ultimo segmento animato: la banda dei motociclisti irrompe in un pub dove Werner e Andi si stanno prendendo gioco dell’ottuso cameriere e, capitanata da un aggressivo Präsi, ordina in massa “saft”, letteralmente “succo” ma in dialetto berlinese un semplice modo locale per chiamare la birra. Il cameriere, che non comprende bene tale dialetto, propone succhi di frutta di gusti differenti e nicchia preoccupato alla risposta “banana” (in questo caso sta a significare “qualsiasi” o “non importa”) di un nervosissimo Präsi, decidendo quindi di optare per l’ananas; peccato che la fidanzata del Presidente seduta al tavolo si chiami per l’appunto Anna, e che la parola “ananas” suoni molto simile ad “Anna nass”, ovvero Anna…”bagnata”, scatenando le funeste ire del leader che distrugge letteralmente il locale, credendo il cameriere intenzionato a “soddisfare” la sua ragazza. Nel caso non ci fossimo spiegati a sufficienza, questo video sottotitolato in inglese vi chiarirà definitivamente le idee.

Passiamo ora alla versione italiana della sequenza:
Präsi: “Tu, specie di fico secco ammuffito, hai le orecchie foderate di prosciutto? Ho detto banana!”
Cameriere: “Sì, va bene, h-ho capito: ananas.”
Präsi: “Cooosa?! Sai dove te la metto io l’ananas? Ora te la pianto io l’ananas! Banana ho detto, banana!!!”

Come potete vedere, il doppio senso originale si perde completamente e l’improvvisa esplosione del baffuto Presidente, doppiato da Mario Bombardieri, sembra dovuta esclusivamente all’incomprensione banana-ananas da parte dello sfortunato cameriere, la cui voce è quella di Roberto Draghetti. Pur riconoscendo l’impossibilità di riportare in lingua italiana il qui pro quo tedesco, l’occasione poteva essere ghiotta per lo sfruttamento, a nostro avviso, di dialetti regionali del nostro paese, che avrebbero magari aiutato a rendere la scena ancor più ferocemente spassosa. Un vero peccato.

I titoli iniziali contenuti all’interno della sigla sono quelli originali ma per fortuna prima dei titoli di coda sono stati aggiunti alcuni cartelli con i dati dell’edizione italiana, grazie ai quali sappiamo che la direzione del doppiaggio è di Andrea Ward con l’assistenza della moglie Cristina Fenuccio, la quale firma anche i dialoghi italiani insieme a Maria Letizia Ciceroni. Ward è anche la voce del protagonista animato del film (in una caratterizzazione molto simile a quella che regalerà pochi anni dopo alla versione animata del Rat-Man di Leo Ortolani) e il narratore esterno, mentre il principale Tubich e il collega Eckat sono interpretati rispettivamente da Ambrogio Colombo e Mario Bombardieri. Per quanto riguarda la parte di “azione vivente”, il compianto Carlo Marini è la voce di Re Grugnone / Gerd Geldhai – entrambi interpretati dallo stesso attore, Karl-Ernst “I” Stangl – mentre Oliviero Dinelli è il suo cancelliere e la strega Rumpelstizchen è affidata alla Gretchen di RicreAzione Gilberta Crispino. Segnaliamo invece Giorgio Locuratolo sull’autore Brösel, mentre per quanto riguarda le voci di personaggi minori, per il riconoscimento / conferma delle quali ringraziamo calorosamene i nostri “uditori” e gli utenti del forum de Il mondo dei doppiatori di Antonio Genna, vi sono una manciata di doppiatori che prendono in carico diversi characters, oltre agli stessi Ward, Bombardieri e Marini: stiamo parlando, tra gli altri, di Leonardo Graziano (tra i tanti è l’ingegnere, un prototipo di quell’Hüpenbecker che apparirà anche nei due film successivi), Massimiliano Plinio, il già nominato Roberto Draghetti, Cristina Piras, Silvia Pepitoni, Franca Lumachi, Pinella Dragani (le signore del condominio allagato e le fastidiose infermiere dell’ospedale) e Patrizia Pezza. Presente infine anche la coppia Mauro GravinaWladimiro Grana sui pignoli ispettori della TÜV, tanto odiati da Brösel e di conseguenza anche da Werner.

 

Edizione italiana:

  • WERNER E IL FOLLE (Werner – Beinhart!; 1990)
    Voce narrante: Andrea Ward
    Parroco: Germano Basile
    Rumpelstizchen: Gilberta Crispino
    Regista:
    Aiuto regista: Andrea Ward
    Werner: Andrea Ward
    Bruno: Massimiliano Plinio
    Mercanti: Mario Bombardieri e altri
    Walter Tubich: Ambrogio Colombo
    Re Grugnone: Carlo Marini
    Cancelliere: Oliviero Dinelli
    Sudditi: Cristina Piras, Roberto Draghetti e altri
    Professoressa: Beatrice Margiotti
    Alunno: Gilberta Crispino
    Giudice: Carlo Marini
    Prete: Ambrogio Colombo
    Brösel: Giorgio Locuratolo
    Eckat: Mario Bombardieri
    Sig.ra Gloer: Silvia Pepitoni
    Sig.ra Hansen: Cristina Piras
    Sig. Biernot: Roberto Draghetti
    Gerd Geldhai: Carlo Marini
    Operai: Roberto Draghetti, Carlo Marini e altri
    Capocantiere: Roberto Draghetti
    Hüpenbecker: Leonardo Graziano
    Ispettori TÜV: Mauro Gravina e Wladimiro Grana
    Herbert: Carlo Marini
    Infermiera (live action): Patrizia Pezza
    Personale dell’ospedale (animazione): Franca Lumachi, Pinella Dragani, Cristina Piras, Massimiliano Plinio e altri
    Andi: Massimiliano Plinio
    Präsi: Mario Bombardieri
    Motociclisti: Carlo Marini, Massimiliano Plinio, Leonardo Graziano
    Giocatori di poker: Andrea Ward, Roberto Draghetti, Carlo Marini
    Cameriere: Roberto Draghetti
    Invitata al matrimonio: Patrizia Pezza

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