Artico selvaggio

Titolo italiano: Artico selvaggio
Titolo originale: White Wilderness

Codice: Cod. 4084
Durata: 72 minuti
Edizione: Ottobre 1985
Distribuzione: Walt Disney Home Video
Tipologia: Noleggio
Box: Bianco grande in plastica morbida
Messaggio antipirateria: Macchina da scrivere – Noleggio
Intro: Spaceship
Promo iniziali: Assenti.
Promo finali: Le pietre preziose Mondadori; Periodici a fumetti Disney Mondadori.
Contenuto: La videocassetta contiene il film cinematografico del 1958 White Wilderness, uscito nelle sale italiane nel gennaio del 1960 con il titolo Artico selvaggio, in abbinamento al documentario Tuffatrici giapponesi della serie Genti e paesi. Nel nastro è presente il doppiaggio italiano d’epoca, ma non i cartelli italiani.

Segni particolari: Artico selvaggio è un titolo che ha fatto molto parlare di sé, nel bene e nel male. Vincitore di un premio Oscar come miglior documentario e dell’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1959, bistrattato e ripudiato dagli anni ’80 in poi per via della controversa scena del “suicidio” di massa dei piccoli lemmings (probabilmente per questo attualmente non presente sulla piattaforma Disney+). Ma andiamo per ordine.

Il documentario, o sarebbe meglio dire docu-fiction, fa parte della serie delle True-Life Adventures – in italiano La natura e le sue meraviglie – ed è il sesto lungometraggio naturalistico a vedere la luce negli anni ’50, dopo Deserto che vive, La grande prateria, Il leone africano, I segreti della natura e la True-Life Fantasy di Perri. Nei cinema italiani arriverà invece nel gennaio del 1960 (in coppia con un ulteriore documentario, stavolta un cortometraggio dalla serie Genti e paesi sul tema delle Tuffatrici giapponesi) e sarà il quinto film ufficiale di questa serie, dato che I segreti della natura non è stato importato nel nostro paese. In videocassetta invece arriverà nell’ottobre dell’85: sarà il secondo lungometraggio della “collana” dopo Il deserto che vive, che era stato licenziato nei primi anni ’80 tra le Neon Mickey e del quale abbiamo già parlato sul nostro sito. Ed è proprio nel periodo 1985-86 che la Walt Disney Home Video porterà in Italia un gran numero di nastri dedicati alla natura: oltre ai lungometraggi sopra nominati, usciranno anche tre collane di cassette intitolate Natura Disney, Popoli e paesi (rititolazione della serie Genti e paesi appena nominata) e Il meraviglioso mondo degli animali, che proporranno corti e mediometraggi di stampo documentaristico ma di origine variabile.

Purtroppo, a differenza della videocassetta de Il deserto che vive, il nastro non presenta i titoli italiani d’epoca; dobbiamo quindi accontentarci di quelli originali, che ci elencano coloro che hanno lavorato al film: la regia è nuovamente di James Algar, mentre le musiche sono del veterano Oliver Wallace, il tutto prodotto come di consueto da Ben Sharpsteen.
Il pennello animato già visto nel precedente film disegna il globo terrestre e uno schizzo dipinge gli oceani, dopodiché comincia la narrazione del nostro Emilio Cigoli, il quale descrive il Polo Artico come “Il luogo più squallido della Terra”, dove però la vita della fauna si risveglia durante la breve estate e lotta per la sopravvivenza. Abbiamo già spiegato come in questi docu-fiction si passi indistintamente da argomenti leggeri conditi da battute di spirito – dall’“insalatiera di frutti di mare formato vasca da bagno” per sfamare un tricheco ai cuccioli di orso polare che hanno un certo senso dell’umorismo (Cigoli ce lo ripete ben due volte nel giro di un minuto con la stessa frase, che sembra ripetuta probabilmente per un errore di montaggio) – a scene tragice e truculente, come i corvi che si litigano la preda tirandosi il cadavere col becco o il ghiottone, descritto come uno degli animali più feroci e pericolosi della tundra, che cattura un piccolo falco pescatore nonostante la resistenza disperata di mamma falco. Impressionante poi, ammesso che sia autentica, la sequenza della lepre artica – soprannominata “coniglio delle nevi” – che, nel tentativo di sfuggire all’onnipresente ghiottone, si infila in un tronco cavo, dove la zampa del predatore tenta di catturarla da un foro soprastante. Interminabile invece quella dell’ermellino che tenta di trascinarsi un uovo di strolaga al sicuro per poi papparselo. La fauna mostrata nel film è decisamente spettacolare e variopinta: oltre agli animali già citati, si passa dai buffi trichechi – chiamati nell’antichità “cavalli-balena” – alle imponenti balene bianche, dall’anatra quattrocchi – o “anitra dall’occhio dorato” –  agli eleganti caribù.

Ma veniamo adesso al motivo della controversia: i lemmings o “lemmi”. La sequenza più celebre della pellicola vede un nutrito branco di lemmings in fase di migrazione gettarsi uno dopo l’altro da una rupe verso l’Oceano, incontro ad una morte certa. Questo frammento è entrato nell’immaginario comune come un vero e proprio “suicidio di massa” di questi roditori, tanto da ispirare negli anni ’90 la produzione di un videogioco per la fortunata console Sony PlayStation, chiamato appunto Lemmings. Nel 1982, all’interno del programma della CBC The Fifth Estate fu rivelato con grande sconcerto che la scena incrimanata innanzitutto era stata girata presso il fiume Bow in Canada e non nell’Oceano Atlantico, ma soprattutto che il “tuffo” disperato degli animaletti era stato in realtà indotto dagli addetti ai lavori, tramite l’utilizzo di un’apposita piattaforma girevole (non è mai stato confermato se Walt Disney fosse a conoscenza di questi dettagli). Cercando di fare chiarezza, Cigoli non parla mai di vero e proprio suicidio nella sua narrazione, piuttosto di migrazione dei lemmings in periodi di carestia (anche se un esperto chiamato ad esprimersi nel programma della CBC sostenne che tali mammiferi non sono certo famosi per migrare…) e che per gli ingenui roditori l’Oceano non è altro che l’ennesimo fiume da attraversare, stavolta con poca fortuna. L’immagine con l’ammasso di lemmings ormai in acqua, che il narratore ci vuole implicitamente presentare come cadaveri, è comunque – falsa o no – piuttosto inquietante. Qualche dubbio anche sull’autenticità della scena del ghiottone che cerca di catturare il coniglio delle nevi nascosto nel tronco cavo o degli orsetti polari che, intenti a giocare, si prendono letteralmente a pallate di neve.

La foto impressa sul fronte della fascetta sfoggia un orso polare nella sua maestosità, mentre nei riquadri sul retro osserviamo la lotta tra un orso e una foca e l’affascinante volpe polare, avvolta dalla sua bianca pelliccia. Come già anticipato poche righe sopra, se la narrazione di Cigoli non presenta mai la vicenda dei lemmings come un volontario harakiri, non possiamo dire lo stesso della didascalia, dove troviamo stampato proprio il termine “suicidio di massa”, senza l’utilizzo di mezzi termini.
Prima dell’uscita della videocassetta, alla fine degli anni ’70 il lungometraggio fu licenziato in Italia in formato 16mm, come testimoniano alcuni cataloghi Disney di quel periodo: vi mostriamo qui sotto la locandina utilizzata all’epoca per promuovere la pellicola, decisamente meno allettante di quella realizzata anni prima in ocassione dell’uscita del film nei cinema italiani.

Come già accaduto per gli altri prodotti cinematografici della serie La natura e le sue meraviglie, anche Artico selvaggio è stato trasposto dalla pellicola alla carta stampata. La prima edizione del volume è stata realizzata da Bruno Nardini e pubblicata nel 1961 dall’editore Arnoldo Mondadori, venduta alla modica cifra di 5.000 Lire. Una piccola ma incisiva prefazione di Walt Disney introduce il testo di Ermanno Bronzini, che ricalca praticamente in toto le parole di Cigoli nel film (in molti passaggi le frasi sono esattamente le stesse di quelle pronunciate dal narratore), ma aggiunge dei brevi passaggi sul grizzly e sulla civetta delle nevi, animali che non vengono esaminati nel film. Le bellissime fotografie opera del gruppo di lavoro capitanato da James R. Simon – alcune davvero strabilianti – sono attaccate direttamente sulle pagine e non stampate, così come avvenuto negli altri fascicoli della collana, ma rispetto ai volumi usciti negli anni ’50 non sono state inserite le didascalie al di sotto di esse. Va detto che, in alcuni casi, le foto sono inserite in posizioni un po’ disordinate: ad esempio, mentre il testo parla dell’ermellino alle prese con la “caccia all’uovo”, la foto soprastante mostra un lupo…la fotografia corretta del piccolo mammifero con la sua preda è invece appiccicata poche pagine indietro.

Una nuova edizione di questo volume uscirà per la collana Disney Natura nel 1975, ma a dispetto del titolo e del tema, si tratterà di un libro radicalmente differente. Parleremo di questa nuova versione del libro nella scheda della riedizione del 1989 della videocassetta.

 

Edizione italiana:

  • ARTICO SELVAGGIO (White Wilderness; 1958)
    Voce narrante: Emilio Cigoli

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